Simone Deiana, in arte ArpXP, è un graphic designer estremamente rigoroso e un producer di sperimentazioni elettroniche in equilibrio tra elementi Drum and bass, future garage e dupstep.
Incontriamo Simone nel laboratorio d’arte supercontemporaneo tra le viuzze decadenti del quartiere di Castello, a Cagliari, dove si trova lo Studio Umido che dallo scorso aprile ospita progetti, mostre ed eventi legati all’arte e alla musica, condivisi con gli amici e soci Marcello Cualbu (multimedia artist) e Matteo Mannu (organizzatore di eventi).
Proprio qui Simone ha concepito i tre design che YESEYA porterà sulla prima collezione di T-shirt a firma di alcuni tra i creativi più apprezzati della scena sarda contemporanea. Ne approfittiamo per travolgerlo con una sfilza di domande letteralmente “a raffica”.
ArpXP, alias Simone Deiana. Chi sei?
Sono un quasi 35enne che riempie le sue giornate ordinando oggetti (non importa se vettori, immagini o suoni) su una griglia. La mia base è Cagliari, precisamente Studio Umido, nel quartiere di Castello.
Come ti immaginavi quand'eri bambino?
Sognavo di fare l'archeologo e il giocatore di basket. I miei miti, quando avevo 8 anni, erano Lilliu e Isiah Thomas. Posso dire di non averne realizzato neppure uno.
Cosa non ti piace fare?
Sintetizzare in una frase un elenco di (almeno) 20 cose che odio fare.
Chi ha ispirato il tuo percorso artistico?
Per il mio immaginario estetico, i primi quattro che mi vengono in mente sono, con le loro profonde differenze: Jean Arp, El Lissitzky, Munari e Armin Hofmann, fino ai contemporanei Parra, Cody Hudson e Francesco Franchi. Musicalmente dovrei citarne troppi: se dovessi citare ciò che poi in qualche modo si è riversato nella mia musica, direi Portishead, Photek, Boards of Canada, J Dilla e Calibre.
Cos'è la creatività?
Saper dare un bell'aspetto alla normalità.
La tua musica. Come nasce?
Impulsivamente. Non rispetto un metodo rigido, parto da uno spunto: un giro di basso, un loop, un sample vocale, un testo. Spesso l'input nasce ma muore lì. Quando però riesco a farlo sopravvivere, passo ore, giorni e nottate cercando di creare un brano in cui tutti i dettagli siano come penso che debbano essere. Il mio hard disk è un cimitero di file chiamati V1, V2 … V29.
Quale mood ti fa produrre meglio?
Pare che la mia musica venga percepita come malinconica. Nelle recensioni spesso compaiono gli aggettivi "deep" e "dark": non mi dispiace. Ciò che non riesco a digerire è tutto quello che suona "cheesy": il giro facile o il ritornello che ti rimane in testa mi nauseano.
Un progetto o il traguardo artistico più significativo.
Ho avuto l'onore di essere prodotto da uno degli artisti che ha segnato profondamente il mio percorso musicale, dal momento in cui acquistai in un negozietto di Firenze il suo album, Timeless: parlo di Goldie. Con la sua etichetta, Metalheadz, ha pubblicato un mio vinile, realizzato in collaborazione con un bravissimo producer polacco, Reza.
Gli elementi - personali, animali, soprannaturali - che convergono nel tuo tratto.
Mi piace creare progetti rigorosamente ordinati e svuotati del superfluo. Spesso i dettagli che rendono interessante un progetto, musicale o visivo non fa tanta differenza, sono impercettibili.
La prima cosa che fai quando ti svegli.
Scendo spesso dal letto con il piede sbagliato.
Cosa potrebbe andare meglio?
Una maggiore vivacità socio-culturale del posto in cui vivo non mi dispiacerebbe. Se escludiamo alcune realtà, spesso piccole, il panorama creativo locale è stagnante.
Facci ascoltare la (tua) traccia a cui sei più affezionato.
Ne scelgo una recente, di per sé non ha più importanza delle altre, ma rappresenta un momento gratificante e mi piace ricordarlo nei periodi di blocco creativo.
Qual è il tuo rifugio creativo?
30 mq caldi d'inverno e freschi d'estate con una buona wi-fi e delle buone casse.
Cosa pensi dei nani da giardino?
Penso che quei bastardi fossero la parte più brutta del "Favoloso mondo di Amèlie".
Cosa ti rende felice?
Quel momento in cui, dopo aver finito un lavoro, dico: non ho perso tempo.
Cosa non sopporti?
Perdere tempo.
Cosa c'è nel tuo frigorifero?
Coca Cola. Tanta Coca Cola.
Il posto in cui vorresti essere.
Mi piace il posto in cui vivo, Cagliari. Mi basta la sua quotidianità un po' spenta, la vita di quartiere. Certo, grazie alla musica ho la fortuna di scappare spesso per godermi realtà più stimolanti. Però, appena intravedo la Sella del Diavolo dal finestrino dell'aereo, ho sempre una sensazione di sollievo.
Un sito web da visitare assolutamente.
www.rbmaradio.com
Prossime mosse?
Sono in attesa dell'uscita di alcuni singoli, sto completando alcune collaborazioni e mi sto godendo un periodo di fermo biologico prima di iniziare con le date in giro per l'Europa (prossima tappa il 14 Marzo a Bristol).
I link da cui ti possiamo seguire.
www.simonedeiana.com per quel che riguarda la grafica e www.arpxp.com per la musica.
Nei social network @arpxp (su Instagram, Twitter, Facebook)
di Carlotta Comparetti
Photo credit [apertura]: Wojtek Rojek
Photo credit [nel testo]: Valentino Congia, Enoc
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