È una mattina fresca d’inverno e stiamo ascoltando “Time” dei Pink Floyd. Una canzone particolarmente cara al protagonista di questo incontro, un tipetto allegro e alla mano con la voce che squilla dall’altra parte dell’intervista: è Marco Barbiero, Dj e produttore italiano noto al popolo elettronico col nome d’arte di BARBUR. Abbiamo incontrato Marco qualche tempo fa a Berlino e ci abbiamo chiacchierato di percorsi artistici, musica e ascolti. Ecco com’è andata…
Barbur Dj e Barbur produttore. Chi sei e come inizia la tua storia?
Quando avevo nove anni mi sono innamorato della musica ascoltando per la prima volta “Time” dei Pink Floyd. Quei suoni sperimentali mi hanno affascinato e conquistato. Mi sono avvicinato alla house e alla techno intorno alla metà degli anni ’90, seguendo le orme di un mio cugino più grande che faceva il Dj. L’House di Chicago e New York, di artisti come Frankie Knuckles e David Morales, e i primi ascolti da Detroit, che pure all’epoca ancora non capivo del tutto, mi hanno aperto un mondo. E pian piano, in modo assolutamente naturale, è iniziato il mio percorso da Dj, con le prime sperimentazioni nella mia camera e alle feste di amici, e poi nei piccoli locali in città, per poi arrivare, dopo anni di gavetta, ai top club della Puglia, poi d’Italia - soprattutto Milano - e infine al di là dello stivale - Corfù, Berlino, Valencia, Amsterdam -.
Raccontaci la tua musica.
Mi piace spaziare, testare, osare e non rinchiudermi in un solo filone musicale, pur sempre senza sconfinare “overground”. La mia musica è uno strano mix di deep/tech house e suoni dark, e spesso utilizzo drum, o parti di drum, prettamente tech-house o techno.
Come nasce il primo suono?
A volte parto da un giro di basso, altre volte dal beat. Non ho un metodo rigido o ben preciso, per creare un brano l’ispirazione può arrivare in qualsiasi momento, soprattutto la notte - sono un nottambulo incallito -. Quando mi sento ispirato, mollo qualsiasi cosa altra stia facendo, mi chiudo in studio e do libero sfogo alla mia “immaginazione”.
Una traccia che ha condizionato il tuo percorso.
Fra le tante, direi M.A.N.D.Y. vs Booka Shade - Body Language per quanto riguarda tempi più o meno recenti, e David Morales - In De Ghetto andando a ritroso nel tempo.
La scena artistica ideale: dove e perché.
Berlino. Durante il mio primo viaggio, nel 2012, rimasi incantato dal movimento underground della capitale tedesca, dove avrei poi vissuto per un periodo e dove torno spesso e volentieri. Un melting pot di culture, una città super stimolante, un giro artistico eterogeneo, collaborazioni propositive. Credo che solo Ibiza e Londra al momento possano essere paragonate a Berlino per il grande fermento nel campo della Musica.
La performance più emozionante.
Una gig al “La Lampara Club” di Trani, in Puglia. Sound system eccellente e pubblico caldissimo. Era emozionante poter suonare nel pieno della serata davanti a 3000 persone e sentire l’ovazione della gente ad ogni “drop” e ripartenza. Credo che quella volta se la giochi con la mia primissima serata importante in un grande club: se non erro estate 2003 o 2004, la location era la Bahia di Otranto, in Salento. Postazione rialzata, luci puntate sulla consolle, e io che tremavo al punto che non mi era facile gestire la puntina sui vinili. Nonostante la paura non andai in panico, ma la scarica d’adrenalina divenne concentrazione e riuscii in un set tecnicamente quasi perfetto.
Facci ascoltare il progetto musicale di cui vai più orgoglioso.
Oltre alla mia “Without You”, con video-promo recensito l’anno scorso da Soundwall, direi il remix che ho realizzato per Millok uscito il 2 gennaio scorso. Lui è un giovane e promettente producer montenegrino con all’attivo diverse uscite su label importanti, e che tra l’altro aveva remixato la già citata “Without You”.
Una collaborazione interessante.
Oltre alle collaborazioni con Millok e quella con Julian Mc Cain (Inhouse Records di Todd Terry), vi parlerei di incontri. Quelli che avvengono fra le pareti virtuali della mia Barbur Room, un web-radio show in cui incontro artisti e producer da tutto il mondo e ne promuovo il sound. Per nominarne alcuni, Kolombo, Kruse & Nuernberg, Supernova, Luca Agnelli, Detlef, Soul Button e altri ancora.
Un crocevia di artisti che ogni settimana presenta un podcast coprendo un raggio musicale che spazia da Deep a Tech House, raggiungendo i quattro angoli del mondo attraverso la rete. Il programma sta collaborando con due web-radio europee, la Deep House Radio (Inghilterra) e Strom:Kraft Radio (Germania), e in poco meno di un anno dal lancio registra 5000 accessi in media.
Gli artisti che ammiri, noti e meno noti…
Sicuramente gli storici “guru” dell’House Music, Frankie Knuckles, David Morales, Little Louie Vega, Todd Terry ed i grandissimi Incognito. Attualmente adoro il sound di Henrik Schwarz, Nicolas Jaar, Jan Blomqvist, Solomun, Frivolous, Niconè, Oliver Koletzki, Disclosure, Guy Gerber ed apprezzo tantissimo gente come Dixon, Fritz Kalkbrenner, Digitaria, Deetron, Supernova, Soul Button, Populous, Godblesscomputers, Flashmob, Michel Cleis, Uner ed i Full Intention… e potrei dilungarmi.
Un momento imbarazzante.
Qualche estate fa mi si impallò il computer nel bel mezzo di un set in un club di Gallipoli. I 40 secondi di silenzio – praticamente un’eternità - più lunghi della mia vita! Da quella volta giro sempre con un cd di emergenza in borsa
Scheletri nell’armadio?
Quelli dei miei nemici.
Qualcosa che non va nella scena musicale che ti circonda.
A livello italiano sicuramente la mancanza di collaborazione costruttiva e leale tra producer, la poca professionalità di alcuni direttori artistici (o pseudo-tali) e credo la quasi maggior parte dei sound system dei club - anche se non tutti fortunatamente -.
Consigliaci una traccia da ascoltare.
Cosa bolle... nello scaldabagno?
Lavoro al mio primo album, che conto di terminare quanto prima, e nuovi progetti in vista riguardano anche la Barbur Room: ho intenzione di sviluppare il progetto ed ingrandirlo ancora con l’aiuto preziosissimo di alcuni collaboratori con cui stiamo lavorando all’avvio di una label - che si chiamerà coerentemente Barbur Room Recordings - ed al lancio di alcuni piccoli oggetti carini legati del brand.
I canali su cui possiamo seguirti…
http://soundcloud.com/barburmusic
http://www.mixcloud.com/barbur
http://www.residentadvisor.net/dj/barbur
Salutaci con una tua traccia.
Esce oggi, 23 gennaio, il mio nuovo singolo "Freedom". E questo il video-promo:
…Intanto è finita la canzone. Quella di prima, dell’inizio. “The time is gone, the song is over, Thought I'd something more to say”. E ora si parte col PODCAST!
di Carlotta Comparetti
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