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Berlino senza la street art: Blu si colora di nero

posted by Redazione at 18/12/2014

Berlino senza la street art: Blu si colora di nero

La street art per dare nuova vita e colori a uno spazio pubblico, per raccontare una storia, per riqualificare una archeologia urbana, per protesta. Invertendo tutto questo, l'episodio che stiamo per raccontare riguarda invece il messaggio fortissimo dietro all'atto di far sparire, annerendola, un'opera a cielo aperto di grande pregio: non già da parte delle autorità, come spesso tristemente accade, ma del suo stesso autore. Intenzionalmente e provocatoriamente.

 

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Il protagonista è Blu, noto writer italiano incoronato dai media internazionali fra i migliori dieci in circolazione. Ad ospitare i suoi graffiti sono i muri di moltissime città d'Europa, America, e Palestina perfino, che hanno reso la sua firma ormai inconfondibile. Restringendo il campo a Berlino, che oggi si attesta fra le capitali più artistiche e creative d'Europa, quella di Blu è una presenza importante e ricorrente. La sua impronta è particolarmente marcata nel quartiere di Kreuzberg, a Berlino Est, dove qualche sera fa è accaduto qualcosa di insolito.

Chiunque sia passato da Berlino lasciandosi passeggiare fra le vie di Kreuzberg non può non ricordare “Brothers” e “Chain”, due giganteschi dipinti che volgevano lo sguardo sulla Cuvry strasse dall'alto della facciata di due palazzi contigui in caratteristico stile DDR. Quelle opere, che chiunque si fermava ad ammirare, oggi giacciono sotto un impattante strato di pittura nera che colpisce come un pugno in un occhio. Quei bellissimi dipinti, parte integrante del patrimonio artistico della città, oggi non esistono più per espresso volere del loro autore.

  

 

Ma Blu non è affatto impazzito. La ragione di questo gesto estremo riguarda con tutta probabilità ciò che circonda(va) le opere stesse, e per essere capita richiede una visione dello spazio complessiva e sensibile, com'è dovere di chi vive le città e i loro angoli più remoti come ambienti collettivi da tutelare, rispettare e valorizzare. I due grandi dipinti di Blu volgevano lo sguardo su un quadrato di terra che negli anni era stato occupato da una comunità di oltre un centinaio di persone. Artisti e migranti, su quella terra racchiusa fra i principali snodi della città, avevano costruito le proprie case e i propri laboratori "open air", utilizzando legno e materiali di scarto trovati e raccolti per le strade di Berlino.

Il rischio dello sgombero aleggiava da mesi, ma ad accorciare i tempi è stato, lo scorso 18 settembre, un incendio divampato durante la notte, doloso o accidentale è rimesso alla vostra immaginazione. La pretesa delle autorità di evacuare la zona non si è fatta attendere. E così anche Cuvry, tra gli ultimi tratti ancora vergini lungo la sponda orientale del fiume Sprea, ha dovuto arrendersi al processo di speculazione edilizia che ha travolto i quartieri di Kreuzberg e Fredrichshain sull'onda del progetto Mediaspree. Gira voce che quest'area, secondo i piani del progetto appunto, ospiterà presto un complesso di appartamentini nuovi di pacca da portare sul mercato a prezzi stellari.

Può darsi che Blu non accettasse di vedere la sua arte sradicata, in un certo senso, dal contesto originario. O che non volesse contribuire, neanche indirettamente, ad impreziosire i futuri immobili che, con vista sui graffiti, sarebbero certamente aumentati di valore. Comunque la si voglia vedere, certo è che sono cambiate le circostanze, ed il messaggio dello street artist è arrivato forte e... nero.

 

di Carlotta Comparetti

Photocredit: Bernd Sauer-Diete

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