“Fare della propria passione un lavoro è una delle cose più importanti per la realizzazione personale, e mi sento molto fortunata per avere la possibilità di farlo”. Comincia così Sara Dal Cortivo, giovane artista sarda classe 1984. Dopo la laurea in Storia dell’Arte, Sara si dedica alla sua grande passione fin da quant’era bambina, il fumetto, la ragione che oggi la fa viaggiare tra Cagliari e la capitale, dove frequenta la Scuola Romana dei Fumetti. E proprio il fumetto diventa il tratto ispiratore di Dansair, design vincitore del contest che YESEYA ha di recente dedicato al Bianco & Nero. Abbiamo colto l’occasione per conoscere meglio l’autrice attraverso questa breve intervista.
Sara Dal Cortivo, fumettista e illustratrice. Com'è iniziata?
Non sono una professionista, non posso ancora considerarmi tale. Come tanti bambini, ho cominciato ad amare il fumetto perché mi divertiva e in seguito mi ha catturato per le potenzialità che offre. Fin da piccola il disegno è stato il mio modo per stare bene con me stessa: uno spazio libero, un foglio bianco dove poter creare qualsiasi cosa. E oggi ho l’opportunità di seguire le lezioni della Scuola Romana dei Fumetti direttamente con i grandi autori.
Qual è il fumetto a cui sei più affezionata?
Sono tanti i fumetti che amo. In questo momento sono le storie di Paco Roca ad attirare in modo particolare la mia attenzione, perché nonostante l’essenzialità riesce ad esprimere con ironia e rispetto la tematica dell’alzheimer e della vecchiaia coinvolgendo empaticamente il lettore.
Come prendono forma i tuoi disegni?
Con tanto lavoro. Pesco nell’immenso patrimonio già prodotto da grandi maestri e cerco di rielaborarlo e riadattarlo secondo uno stile personale che mi permetta di raccontare in modo efficace le mie storie.
Quali figure artistiche hanno ispirato il tuo percorso?
Figure artistiche di forte ispirazione sono, per me, Ai Yazawa coi suoi manga, per poi spostarmi ai fumetti di Jean Pierre Gibrat, Cyril Pedrosa, Sergio Toppi, Juanjo Guarnido, Paco Roca, Glyn Dillon, Eugenio Sicomoro, Bastien Vives e tanti altri, senza dimenticare Marvel e Dc. Cerco di “rubare” qualcosa dal gesto e dalla geniale intuizione di ciascuno nell’intento di “farlo mio”.
Quali sono i tuoi punti fermi quando disegni?
Amore, passione e convinzione verso ciò che sto facendo sono i punti fermi che mi sostengono lungo un percorso volto al raggiungimento di uno stile personale. Uno stile che raccolga ciò che elaboro continuamente nella mia mente per poi renderlo reale sulle tavole.
Il fumetto, linguaggio artistico tradizionalmente "minore", diventa il tuo medium espressivo privilegiato. Cosa non é compreso, ancora, secondo te?
Specie in Italia e negli Stati Uniti, nell’immaginario collettivo, il fumetto è ancora legato al livello infantile-adolescenziale dell’esistenza. Partendo da questa fase fondamentale della vita umana, seppur non da sottovalutare, penso che la strada intrapresa dalla Francia sia molto interessante: il fumetto francese non è “roba da bambini” e al contempo non tralascia il nostro essere stati bambini. Studia l’aspetto divertente o tragico della vita in modo intenso ed efficace e con grande professionalità. Offre un ventaglio di storie degne della migliore narrativa e cinematografia, tanto è vero che molti fumettisti italiani di successo pubblicano in Francia.
All’affermazione: "Giuda Ballerino", cosa rispondi?
Dylan Dog!
Spiderman o Batman?
Batman.
Indosserai la tua maglia YESEYA? E chi vorresti la indossasse?
Certamente indosserò la mia maglia e mi piacerebbe vederla indossata da persone sconosciute mentre passeggio per strada.
di Carlotta Comparetti
ABOUT:
Commenti